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Sovvertimenti, golpe e colpi di stato al campo di coscienza

Sapete, miei adorati lettori,
da questa penna insolente dell’allegra scompigliatrice che alberga in questo corpo giunge, inarrestabile, anche la forza di un’esperienza antica dello spirito, il quale non ha risparmiato a questa mano — che oggi si presta al messaggio — di pagare il prezzo di una mancanza di allineamento con la volontà divina.
I cambiamenti non sono cosa facile, soprattutto i cambiamenti di coscienza: sono come un golpe, un colpo di stato contro le vecchie autorità vigenti, le mentalità dominanti e gli schemi obsoleti.
Il tutto complicato dal fatto che si agisce in un mondo invisibile e inconsapevole, che non risponde alla percezione fisica, tanto adorata dalle menti profondamente irretite.

Ogni sistema di coscienza è composto da infiniti lucchetti atti a garantirne la sopravvivenza e la continuità. Come un nucleo creativo energetico, questo sistema, crea e ricrea sempre lo stesso copione.
Innescare un processo di trasmutazione interiore è lungo e faticoso, perché significa allinearsi con un’essenza che necessita di innumerevoli aggiustamenti per fiorire in un terreno che ha bisogno di profonde bonifiche e di una certa comprensione.
Le nostre vite passate, i debiti familiari, le ingiustizie, i modelli, le mentalità obsolete, le abitudini e le esclusioni incidono e vivono su quel terreno come funghi, come muffe e, anche se il lavoro spirituale può sembrare qualcosa di affascinante e seduttivo, è impossibile attuarlo senza passare attraverso la libertà dalle emozioni dolorose, dalle credenze limitanti e del mettere ordine nella mente.
Non è qualcosa che si possa acquisire intellettualmente: è una trasmutazione profonda dall’ego all’essere spirituale. Bisogna aderire come il fuoco a un tizzone.

Se per un cellulare è facile aggiornarsi e rimodularsi, per la nostra coscienza introdurre un fattore nuovo può scatenare resistenze e veri e propri annientamenti degni del peggiore degli olocausti. Bisogna, in modo accurato e organizzato, attivare il sovvertimento.


I sistemi di coscienza che danno forma alla nostra vita conservano la propria sopravvivenza e combattono in tutti i modi gli elementi nuovi, poiché sono fattori di disturbo alla loro continuità.


Quando pensate al percorso spirituale, non immaginatelo, quindi, come qualcosa di incantato. Si tratta del luogo di innumerevoli morti iniziatiche che dovrete affrontare: la comprensione della materia e della luce, del funzionamento dell’ego, della vostra storia personale e familiare, delle emozioni (quelle coscienti ma anche quelle viscerali), della mente, dell’intelligenza del corpo, di quella del cuore, delle illusioni, della coerenza energetica e dell’irretimento…


Esame dopo esame, come in un normale percorso universitario, si passa dal bisogno al ruolo, dalla dipendenza all’autonomia, dalla bugia alla verità, dalla guerra alla pace.
Ma torniamo, miei adorati, a ciò che questa penna vuole dire, dopo aver annusato un po’ l’aria stamattina.


Non so se vi sia mai capitato di attraversare un cambiamento così grande da ritrovarvi, per un po’, sospesi.
Un tempo di passaggio in cui non si ha ancora una vera stabilità, ma si possiede — quasi per magia — la possibilità di vivere spazi e tempi nuovi, che sapete essere transitori.
È quel momento in cui non si sa bene cosa fare o non fare, ma si è perfettamente consapevoli di chi si è.
Bene, la vostra allegra scompigliatrice sta abitando questa piccola casa blu a Oria, nella terra pugliese, dove stanno “cose”.
In questa casa, dove letteralmente mia madre mi ha partorito, sto entrando in contatto con il mio campo di energia originario e sto scoprendo tantissimi aspetti nascosti di questo campo che mi stanno coinvolgendo profondamente. Sono pronta a vedere, a comprendere e ad affrontare.

Non ha mancato, questa terra, di farmi incontrare, senza troppe smancerie, quei copioni da cui ero fuggita proprio ventun anni fa, ma che ho colto al volo per dare quel tocco finale alla mia vita: l’ennesimo colpo di stato al campo di coscienza dominante.


Questo tempo — che forse anche voi avete avuto la possibilità di vivere — è quel tempo in cui, egoisticamente e grazie alle molte possibilità che vengono offerte (e che si spera di non sfruttare senza ricambiare), ci si può abbandonare allo spettacolo della vita.
Molti , in questi momenti, si ritrovano ad atterrare lentamente nel nuovo corpo, fisico e ambientale, come osservando gli scaffali di un supermercato appena scoperto su un’isola disabitata, o ritrovando il piacere delle piccole azioni quotidiane: fare la spesa e scoprire i nuovi prezzi da pagare.


Può succedere di sentire irresistibilmente quel richiamo della natura a scoprire nuovi spazi, a ri-percepire vecchi limiti. E davanti a quelle porte, alcune aperte e alcune chiuse, ci si può ritrovare inevitabilmente a dover essere prima che apparire.


Senza dubbio, essere non è affare facile, e vi garantisco che anche solo il provare a farlo può scatenare un ribaltamento di ammiratori e odiatori, dissensi o veri e propri malcontenti silenziosi.
Le azioni spirituali scatenano eserciti che non potete nemmeno immaginare.
Ma nulla può spegnere quell’irresistibile desiderio, in chi vive questi momenti speciali, di procedere su un sentiero che solo lui vede.
Eppure, certe azioni “chirurgiche”, anche se incomprese, spesso portano al bene comune, nonostante le apparenze.
Accogliere i dissensi — propri e altrui — significa riconoscere che questi piccoli conflitti fanno parte del prezzo da pagare per incontrare la verità comune, quel bene prezioso con cui ci si allinea volentieri, non per sapienza, ma perché si conosce il costo di un vivere fuori dalla coerenza energetica.


E così, tradendo la fiducia di chi ripone illusioni e aspettative infondate, chi osa scegliere secondo verità non incontra solo malcontento, ma contribuisce, anche involontariamente a far emergere negli altri una fiducia autentica in se stessi e a staccarsi dalla dipendenza dal consenso altrui.

Sapete che libertà, scendere dal piedistallo? Era ora!
I traditori, in un certo senso, vanno perdonati, se lo scopo è allinearsi con la verità delle cose e dei rapporti.


Cambiando argomento, quando penso a cosa sia il lusso, al suo fascino irresistibile — lo dico come donna completamente sottomessa al piacere — non posso fare a meno di riconoscerlo nei parametri più comuni: un gioiello, una bellissima borsa, una casa generosa di tappeti, lampade e divani sontuosi, una macchina grande e imponente.
Eppure, con mia grande sorpresa, scopro che ciò che mi regala piacere profondo non sono solo gli oggetti più desiderabili, ma quegli strani momenti della vita in cui può accadere di osservarla senza lasciarsi travolgere dal suo dolore, semplicemente sedendosi accanto a lei e guardandola negli occhi.
Essere empatici è un grande dono, ma — come ben sapevano gli antichi maestri — un “dono” è anche un “daimon”, ovvero uno spirito che distribuisce un bene e, insieme, un destino.
Guardare il dolore degli altri senza farsi guidare da esso, vi garantisco, è arte sopraffina — ma soprattutto necessaria. Se siete empatici, sappiate che, se non imparate a chiudere la valvola, rischiate di trasformarvi velocemente in un distributore gratuito di benzina.


Cari miei adoratissimi lettori, l’epoca del divino femminile manifestato è soltanto agli inizi: serve tantissima verità e profondità per accogliere la divinità e allinearsi con lei.

Ma la forza del richiamo è ormai così potente che ogni tentativo di continuare sulle impronte del passato sembra sciogliersi come neve al sole.


Con il naso all’insù, anche oggi annuso l’aria che tira e, felice di lasciarmi guidare da questo tempo di passaggio, vi saluto scompigliandovi un po’ i capelli con affetto virtuale.

La vostra allegra scompigliatrice è sempre disponibile online per le vostre Costellazioni Familiari, per il TAILE e per l’Ho’oponopono.


Saluti dal sole pugliese, Monia Dell’Aquila.